mercoledì 26 ottobre 2011

Non con troppa calma

Visto che temevo di avere troppo tempo libero in questo semestre, ho ben pensato di trovare lavoro come tutor di laboratorio in uno di quei corsi di informatica per matricole. In pratica, non soddisfatto del tempo che già mi prende l'università, ho deciso di farmi fagocitare del tutto.

Stava andando tutto egregiamente, quando a 20 minuti dalla fine succede l'inaspettato: scatta l'allarme incendio. Sulle prime non me n'ero neanche accorto, finché un ragazzo non ha gridato «L'allarme incendio!» col chiaro intento di fare un omaggio a La Palice. Dannazione, non avevo ancora ripassato il piano d'emergenza!

Dopo un paio di minuti è partita la sirena vera e propria, quella che ti fa capire, col dolore fisico, che è il caso di uscire. E così mi sono trovato a dover mettere fretta agli studenti che ci stavano impiegando troppo: «Non con troppa calma. Evacuare, su!», con tono serissimo, faccia cattiva e un pizzico di disappunto (ho dato il mio meglio, non c'è che dire). Ossia quella che usavo per nascondere il terrore che avevo addosso, dacché sapevo benissimo che non sono programmate esercitazioni in questo periodo.
Si verrà a scoprire, una volta tornati alla normalità, che si trattava di un vero falso allarme, fatto scattare inavvertitamente da un tecnico (come? non ci è dato sapere).

Non male, come primo giorno di lavoro.

lunedì 24 ottobre 2011

Fugerit invida aetas

Ci stavo pensando in questi ultimi giorni. Sarà che il cambio di stagione improvviso mi ha ricordato che non ho una salute indistruttibile e che questa non durerà molto; sia come sia, ho fatto questa considerazione, una sorta di folgorazione in dormiveglia.

Penso di essere uno dei pochi della mia compagnia che il giorno del suo compleanno non ha dimostrato un malcelato imbarazzo per essere davanti alla prova che un altro anno è terminato. Mi spiego meglio. Alcuni miei amici si sono tolti degli anni («Quanti anni compi?» «20... per l'ottava volta»), altri quasi si strappavano i capelli dalla frustrazione («Oddio! *** anni! Da qui ai 30 è un attimo! E poi per i 40 è tutto in discesa! Sono a un passo dalla tomba! Volevo rimanere teenager!»), altri si sono limitati a un'espressione eloquente, come per dire "Eh, che ci posso fare? sono vecchio".

Io invece – con una punta di superbia, lo ammetto – non ho neanche sentito il bisogno di scherzarci sopra. Anzi, nell'ultimo periodo mi sono trovato a pensare cose come "Non vedo l'ora di avere 25 anni, solo per il gusto di poterlo dire!". Forse dopo 4 anni di università and counting mi sono rotto e spero di cambiare vita al più presto. Più probabilmente è perché la mia vita, almeno negli ultimi 5-6 anni, a parte brevi frenate è stata un miglioramento continuo. Non ho nessun motivo di voler tornare indietro e non rimpiango nulla della mia adolescenza (piuttosto, l'ho cancellata); al contrario, sono ansioso di andare avanti. Non mi spaventa il tempo che passa, non mi spaventano i capelli che cadono né mi spaventa sentirmi chiamare per quello che sono.

Dirò un'eresia ma... temo di essere diventato ottimista.

domenica 23 ottobre 2011

Vel

Più persone conosco, più storie mi raccontano, più mi convinco di questa cosa: un uomo non può non essere stronzo o complessato. Ossia, se un uomo non è stronzo, allora deve essere per forza complessato, e viceversa se non è complessato allora deve essere stronzo, ma in ogni caso deve essere almeno una delle due cose.
(In simboli, la formula \(\forall x: (Uomo(x) \implies Stronzo(x) \lor Complessato(x))\) è vera in questo mondo. (Scusate ma dovevo soddisfare la mia assuefazione alla logica.))

Ci sono pure i complessati stronzi, ma non li ho ancora approfonditi.

Vale anche se consideriamo le vie di mezzo (con una logica sfumata): tanto meno uno è stronzo, tanto più deve essere complessato, e viceversa.

Quindi, donne, siete avvertite. Se trovate un uomo che vi sembra perfetto, molto sicuro di sé, che non ha incertezze, che non si fa mai prendere dall'imbarazzo o dal panico, eccetera, state ben attente: non lo dimostrerà subito, ma si tratta di uno stronzo.

lunedì 17 ottobre 2011

La tisana della nonna fa venire una gran diarrea

Odio la saggezza popolare. La rifiuto. Così come rifiuto l'appello alla tradizione, al "si è sempre fatto così", al "mio padre/mia madre/mio zio/io mio gatto mi diceva sempre" e chi ritiene queste cose infallibili.

La saggezza popolare è un mito perché il popolo non è saggio (vedi La maggioranza ha sempre torto), ma è stupido. Evidentemente ragionare con la propria testa è molto difficile, vista la quantità di persone che non sa ripetere che frasi sentite da qualcun altro.

Sarebbe un problema minimo se non fosse che spesso i contenuti sono pure falsi. Se qualche volta la saggezza popolare ci azzecca è solo perché a sparare nel mucchio ogni tanto ci si prende.