Ieri pomeriggio rivedevo il mio ragazzo, appena tornato dopo venti giorni passati in "patria". Mi sembrava quindi normale, appena ci siamo incontrati davanti alla stazione, abbracciarlo e baciarlo calorosamente. Subito dopo ci stavamo spostando verso l'altra parte della piazza quando un tizio pelato di mezz'età che veniva dalla direzione opposta, senza neanche fermarsi ci guarda e ci fa: «Bravi! Dovrebbero fare tutti come fate voi!»
Come lasciava intendere il tono da Enzo Miccio (o Alfonso Signorini, a seconda dei punti di vista) non era affatto ironico.
Infatti ripensandoci, molte cose che ora mi sembrano perfettamente normali (o quasi, dato che un po' di imbarazzo ancora mi rimane) fino a pochissimi anni fa le avrei dette impensabili. Peccato che lo siano tuttora per molti che pure si dicono aperti e coraggiosi.
giovedì 30 giugno 2011
Dovrebbero fare tutti come fate voi
domenica 19 giugno 2011
Razionalizzazione
Essere razionali è bello, ha un fottio di vantaggi, è dispendioso ma dà un casino di soddisfazione, eccetera eccetera, come dico sempre. Ancora meglio è essere scettici. Mi sento perplesso ergo sum.
Ma la questione è un'altra. Il problema è che la mente umana è stupida. Tutte queste belle cose infatti hanno un prezzo, considerando che la parte centrale del nostro cervello l'abbiamo in eredità dai nostri antenati selvatici, e tutto l'apparato che ci rende razionali e autocoscienti è obbligato a interfacciarsi con essa.
Così, quando uno esagera con la razionalità, sperimenta questo curioso "bug": ha una sensazione – magari completamente ingiustificata, illogica, assurda, dettata da una qualsiasi forza inconscia – ma non la percepisce come tale, anzi è convinto di scoprirla come conclusione di un ragionamento. Crede di averne le prove quando in realtà questa "conclusione" era già nella sua mente ancora prima di cercarle.
È un cortocircuito perverso: uno che cerca di essere il più possibile razionale può finire per ottenere proprio ciò che vuole evitare, il prevalere dell'"istinto".
Quel che è peggio è che, pur conoscendo il meccanismo, la "razionalizzazione" è inevitabile. Anche i ragionamenti che sembrano più lucidi possono essere affetti da questo errore. Ci si può far venire dubbi su dubbi, si può dubitare di qualsiasi nostro ragionamento, cominciando da quelli apparentemente più convincenti, si può dubitare dell'ovvio, dell'evidente, si può dubitare dei propri dubbi – e tutto questo è estremamente zen – ottenendo poco o niente. Ognuno sarà comunque vittima della stupidità della propria mente, prima o poi.
Ma la questione è un'altra. Il problema è che la mente umana è stupida. Tutte queste belle cose infatti hanno un prezzo, considerando che la parte centrale del nostro cervello l'abbiamo in eredità dai nostri antenati selvatici, e tutto l'apparato che ci rende razionali e autocoscienti è obbligato a interfacciarsi con essa.
Così, quando uno esagera con la razionalità, sperimenta questo curioso "bug": ha una sensazione – magari completamente ingiustificata, illogica, assurda, dettata da una qualsiasi forza inconscia – ma non la percepisce come tale, anzi è convinto di scoprirla come conclusione di un ragionamento. Crede di averne le prove quando in realtà questa "conclusione" era già nella sua mente ancora prima di cercarle.
È un cortocircuito perverso: uno che cerca di essere il più possibile razionale può finire per ottenere proprio ciò che vuole evitare, il prevalere dell'"istinto".
Quel che è peggio è che, pur conoscendo il meccanismo, la "razionalizzazione" è inevitabile. Anche i ragionamenti che sembrano più lucidi possono essere affetti da questo errore. Ci si può far venire dubbi su dubbi, si può dubitare di qualsiasi nostro ragionamento, cominciando da quelli apparentemente più convincenti, si può dubitare dell'ovvio, dell'evidente, si può dubitare dei propri dubbi – e tutto questo è estremamente zen – ottenendo poco o niente. Ognuno sarà comunque vittima della stupidità della propria mente, prima o poi.
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